Recensioni del libro Tempo: il sogno di uccidere Chrono
Ferram Mohamed Amine Itis E. Mattei ( Urbino, Marche )
"Tic-tac, Tic-tac, Tic-tac". Questo scorrere fluido e regolare del tempo non è poi così scontato come sembra. E’ giusto soffermarsi un attimo per riflettere attentamente su una triste verità: “ci siamo cullati nell’illusione di essere al centro di un meccanismo eterno e immutabile”. In effetti, eravamo abituati a vedere il tempo come una grandezza assoluta tuttavia, con le scoperte relativistiche di Einstein, questo sistema perfetto è crollato. Se poi vi dicessi che ci sono mondi in cui il concetto di tempo è concepito diversamente dal nostro, in cui non scorre fluido e regolare? Altri invece in cui si ferma? Ma che cos’è il tempo?
A tutte queste domande risponde Guido Tonelli, fisico e divulgatore scientifico italiano, professore all’Università di Pisa e vincitore della medaglia d’onore del Presidente della Repubblica (grazie al fondamentale contributo alla scoperta del Bosone di Higgs), nel suo libro “Tempo: il sogno di uccidere Chronos", pubblicato nel 2021 dalla "Feltrinelli", con una chiarezza e semplicità espositiva sorprendente nonostante la complessità di un argomento che ancora oggi presenta tratti misteriosi e indefiniti. Nel libro vengono ripercorse tutte le scoperte e le percezioni dell’uomo sul tempo, da quelle dei sapienti della Grecia classica alle ultime equazioni sviluppate da Stephen Hawking e le recenti congetture sulla gravità quantistica a loop (LQG) nelle quali è presente il sospetto che per descrivere l’universo in maniera fondamentale non ci sia bisogno del tempo!
Personalmente ritengo questo libro uno dei migliori libri del genere scientifico, non solo per la capacità dell’autore di coinvolgere i lettori, ma soprattutto per l’enorme quantità di informazioni contenute in un libro di sole 192 pagine che trasmettono ai fruitori dell’opera una buona preparazione sull’argomento, e, tra l’altro, una rinnovata percezione del tempo.
Il libro brulica di continui e impeccabili riferimenti scientifici, filosofici, storici e letterari, si passa da citazioni di grandi del passato come i filosofi metafisici dell’antica Grecia a poeti come Lorenzo il Magnifico, artisti come il noto Johannes Vermeer, scrittori come Marcel Proust, scienziati del calibro di Albert Einstein, Isaac Newton e Stephen Hawking, e addirittura opere del genere di “Amleto” di William Shakespeare. Molti di questi personaggi, apparentemente con mansioni, capacità e impostazioni culturali diverse, sono in fondo accomunati dal sentimento irresistibile di indagare il mistero di Chronos che accompagnerà l’evoluzione dell’uomo per molti secoli.
Garruti Gabriele Polo Scolastico 2 - " Torelli " ( Fano, Marche )
Facendo riferimento allo spietato scorrere del tempo, Guido Tonelli rivolge al pubblico una domanda lapidaria, a cui l’uomo cerca di fornire una risposta esaustiva sin dagli albori della sua esistenza: “Riusciremo mai a sconfiggere il suo avanzare inesorabile?”.
La proposta del professore emerito presso l’Università di Pisa, frutto di un lungo e audace lavoro di ricerca, presentata all’interno del saggio “Tempo. Il sogno di uccidere Chronos”, è quella di affrontare le questioni, tutte aperte, riguardanti natura e senso del tempo. Il suo approccio è metodico e spazia dall’analisi del mondo dei macro-corpi (concentrandosi sul legame inscindibile tra spazio e tempo in relazione al curioso binomio “massa-energia”) allo studio del microcosmo (insieme apparentemente caotico di particelle a cui il Modello Standard cerca di conferire un ordine)…
Ma la prospettiva del tempo che ci viene fornita non risulta essere unicamente scientifica: gli interrogativi che fungono da stimolo per lo sviluppo dell’intero libro presentano sfumature di natura filosofica, a tratti teologica, e l’autore del saggio si interfaccia con essi senza imporre verità assolute, né placidi ristori ai nostri dubbi, anzi. Munendo il lettore di nuovi strumenti e punti di vista, alimenta in lui altre domande, ancora più complesse e ancora più inquietanti che lo accompagnano lunga tutta la lettura.
Al termine dell’opera l’autore ci consegna nelle mani un testimone incandescente: “Nonostante gli innumerevoli tentativi di ucciderlo o marginalizzarlo definitivamente, Chronos dà ancora inequivocabili segni di grande vitalità”.
Nonostante quindi lo spessore dell’argomento trattato, il libro pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli è accessibile ad un pubblico di “non addetti ai lavori” e si sviluppa attorno ad un impianto stilistico risultante dalla fusione di un linguaggio prettamente tecnico con un substrato più classico, permettendo all’autore di spaziare dalla fisica alla filosofia, passando per la storia dell’arte fino ad approdare alla mitologia greco-romana. “Chi comprende le leggi dello scorrere del tempo domina il mondo” sentenzia il fisico al Cern di Ginevra; proprio lo stato di indeterminazione della condizione umana, che conferisce il dominio del mondo a chiunque sia a conoscenza delle leggi del tempo, costituisce un elemento di fascino sin dagli antichi greci, che descrivono l’attimo sfuggente, “Kairos”, come “un’opportunità da cogliere al volo”.
Infine il registro fluido ed essenziale induce ancora di più il lettore ad oltrepassare sempre e comunque “le colonne d’Ercole” della conoscenza, ma non con un atteggiamento di tracotanza (quella che i sapienti definivano hybris), bensì sotto l’ala protettrice di una guida Virgiliana.
Marcazzan Giulia Iis Francesco Filelfo ( Tolentino, Marche)
“Oh, non lasciarti ingannare dal tempo, il tempo nessuno lo conquisterà”; credo che questo verso di Wystan Hugh Auden descriva appieno ciò che Guido Tonelli, fisico e professore presso l’Università di Pisa, intenda dire con il titolo della sua ultima opera “Tempo: il sogno di uccidere Chronos”: quello di intrappolare il tempo è per noi uomini solamente un miraggio.
Tonelli ci fa comprendere come il tempo permei le nostre vite in ogni ambito e come la nostra esistenza sia condizionata non solo dal suo scandire, ma dalla paura che ne deriva. Ma cos’è davvero il tempo? Per alcuni una grandezza fisica, per altri un'illusione, ma quando si parla di tempo nulla è certo e l’autore ci aiuta a capire i suoi meccanismi e i suoi segreti.
La relazione tra tempo e uomo è un'epopea che va avanti da secoli: al principio non era che una successione di giorni definiti da cicli lunari e solo successivamente, attraverso meridiane e calendari, si arrivò agli orologi meccanici. Comunque, anche se non precisamente come un orologio atomico, tutti riusciamo a percepire il suo scandire e abbiamo, per usare le parole dell’autore, “un nostro clock interno”, che però è continuamente sottoposto all’effetto delle emozioni, capaci di dilatare o comprimere un secondo a dismisura.
Ma la nostra comune nozione sul senso del tempo risulta vana spostandoci dal nostro piccolo mondo in altre realtà, dove esso facilmente ci inganna o addirittura vacilla e svanisce. Studiando i grandi sistemi come le galassie o l’intero universo e le piccole realtà molecolari, attraverso fisica e relatività, siamo riusciti a disintegrare quel presente a noi tanto caro e vitale; ma, seppur scomposto in un immenso caleidoscopio di minutissimi frammenti, il tempo continua a sfuggirci dalle mani.
Non esiste tempo senza spazio: il loro legame è oggetto della riflessione filosofica fin dall’antichità ed è stato analizzato da un rilevante numero di scienziati, tra i quali quello a cui per eccellenza lo colleghiamo, Albert Einstein.
Malgrado il passare dei secoli, il più bramato sogno della storia non è mutato: chi non ha mai desiderato poter tornare indietro nel tempo per cambiare scelte del proprio passato? Questo desiderio riecheggia tra gli uomini da tempo immemorabile ma, per quanto ne sappiamo, nessuna freccia in volo ha mai cambiato direzione tornando nella faretra; quindi dato per assodato che non si possa viaggiare nel tempo, l’unica speranza che ci resta è quella di riuscire a fermarlo. Più volte nel corso dei secoli orologi sono stati bloccati da coloro che, alimentati da una triste illusione, cercavano di interferire con quello scorrere eterno per poter cambiare i propri destini.
Difficile non rimanere colpiti dalla capacità dell'autore di coinvolgere il lettore persino in materie come la meccanica quantistica, attraverso collegamenti interdisciplinari, citando poeti, pittori o musicisti, e con numerosi esempi tratti dalla vita quotidiana, che ci fanno ben afferrare l’essenziale ruolo che il tempo svolge nella nostra piccola realtà.
Paradossalmente, tutti i tentativi dell’uomo di ingabbiare Chronos lo hanno condotto a diventarne prigioniero; il tempo è diventato struttura portante della nostra breve esistenza, che ci vediamo sgretolare tra le mani con in sottofondo un assordante ticchettio di orologi.
Napolitano Michele Iis “da Vinci” ( Civitanova Marche, Marche )
Nove mesi di attesa per la nascita di una vita. Un attimo solo per stravolgerla. Millenni in cui il nostro pianeta ci accompagna ruotando e contorcendosi nei più fantasmagorici moti. Miliardi di anni in cui l’Universo attorno a noi ha continuato ad espandersi senza sosta. Esorbitanti le rappresentazioni concepibili del tempo, che pervade in toto la nostra anima, le nostre vite in minime sottigliezze, da usuali “fruitori” del tempo quali siamo. Risulta manifestamente visibile il valore dell’opera presa in esame, “Tempo: il sogno di uccidere Chronos”, una significativa produzione di Guido Tonelli, scrittore nonché eminente fisico, tra le brillanti menti celate nella scoperta del Bosone di Higgs. Tonelli accompagna passo passo i lettori, marcando come l’uomo abbia sempre inseguito il desiderio imperterrito di fermare il tempo, volontà quasi tendente a Dio, a cui poi l’umanità ha delegato il governo delle geometrie del tempo stesso, a voler spiegare cosa ci possa essere dopo. Ma, se le dottrine religiose designano una vita ultramondana, un giudizio universale, la cosmologia - “religione per atei intelligenti” - affronta cosa sia accaduto all’esordio del nostro Universo, ma anche quali possano essere le sue evoluzioni. La dimensione del tempo, presa singolarmente, ci è intelligibile come una rigida sequenza di istanti accompagnata da passato, presente e futuro grazie alla dimensione umana stessa, con le concezioni di memoria, visione e attesa. In una prosa scientifica tanto coinvolgente, la divulgazione a tutto tondo di ostici temi della fisica viene riferita in modo accessibile, non senza talune ampollosità e periodi ipotattici, capaci di presentare il tempo come un’astrazione tanto intrigante da essere definita da Dalì “la dimensione delirante e surrealista per eccellenza”. Egli ne configura una visione ancor più rivoluzionaria con i suoi orologi molli, raffigurando dichiaratamente la fluidità di questa dimensione che - se per Newton era rigidamente immutabile e assoluta - con la Relatività di Einstein si deforma e assume diverse sfaccettature con lo spazio, a braccetto con la coppia massa-energia. D’altronde, anche Montale in “Cigola la carrucola del pozzo” afferma: “si deforma il passato, si fa vecchio”, denotando quanto il tempo del ricordo sia fluido, pervada il mondo attorno a noi in ogni minimo dettaglio, influenzi ogni singolo processo fisico, scovi qualsivoglia spazio in cui incunearsi. Tonelli stringe la mano dei lettori per guidarli nei meandri del cosmo, facendogli acquisire le fluttuazioni del tempo che pervadono ogni rivolo del sapere astrofisico in una vera “scorpacciata” di Universo. Eppure, il titolo è irremovibilmente chiaro: Chronos è talora un nemico dell’umanità. L’antica suggestione di fermare l’orologio perseguita la società, fin dalla rivoluzione industriale, per via della continua oppressione che costringe oramai l’uomo di svegliarsi non con il proprio orologio biologico, ma, coercitivamente, con quello situato sul comò. E se da un lato l’angoscia del passare degli anni porta molti a maschere chirurgiche del volto, dall’altro figure di spicco tra le più note usano droghe distruttive per stare al passo con scadenze e tensione. Ecco spiegato il motivo per cui i rivoluzionari della Comune Parigina, decisero di sparare agli orologi della città, a un tempo nemico, capace di strappar loro la vita e remare contro la felicità. Una felicità talmente agognata, da rappresentare per molti il fine ultimo dell’esistenza umana.