Storie di errori memorabili

Se ritenete che le scienziate e gli scienziati siano infallibili oppure se pensate che gli errori siano sempre la causa degli insuccessi dell’umanità e mai all’origine di possibili soluzioni, allora questo libro vi stupirà. Quante volte il progresso e la conoscenza devono dir grazie ad un errore, magari fortuito, oppure causato da fretta e trascuratezza!! L’errore intenzionale o latente ha generato talvolta successi inattesi e ha cambiato il corso degli eventi. Piero Martin, in questo libro, che si legge tutto d’un fiato, scritto con un linguaggio piacevole e comprensibile anche a chi scienziato non è, ci fa capire che l’errore spesso non è evitabile ma può invece essere estremamente utile. L’errore non è compagno solamente di persone non acculturate o preparate ma può essere commesso anche dalle più grandi menti come Fermi e Pauling, persone che però con intuito fenomenale (C.I.F.) come direbbe Fermi sanno interpretare anche l’inatteso o il non previsto. Becquerel e Curie vinsero il Nobel forse grazie ad uno sbaglio, altri come Hertz non hanno commesso errori ma sono stati incapaci di guardare oltre il visibile, non essendo in possesso di quella visione necessaria per capire l’importanza della loro scoperta, oppure perché distratti da altri tipi di problemi. E se talvolta i ricercatori cercando una cosa ne trovano poi un’altra che avrà addirittura un impatto maggiore (Viagra, Big Bang) Martin ci dice anche che spesso è la fretta la cattiva consigliera, come nel caso del racconto scientifico del viaggio dei neutrini dal Cern di Ginevra al Gran Sasso, un episodio dove la comunità scientifica ha comunque dimostrato di “avere gli anticorpi” e di saper sempre cercare, individuare e correggere l’errore. Consiglio questo libro a tutte e tutti, a chi di scienza non si occupa e con esso potrà meglio capire le scienziate e gli scienziati e a chi è invece ricercatrice e ricercatore, perché dopo questa lettura forse non solo non si fermerà al primo errore, ma saprà da esso produrre valore.

 

Voto: 

 

Recensione del libro a cura del Prof. Claudio Pettinari.