Il frigorifero di Einstein

Recensioni del libro "Il frigorifero di Einstein" di Paul Sen

 

Alessi Yari I.i.s. “a.orsini-o.licini” ( Ascoli Piceno, Marche )

RECENSIONE “Il frigorifero di Einstein”

Una delle cose più complicate che possano esistere è spiegare in modo semplice cose che non lo sono. Probabilmente è questo che Paul Sen ha tentato di fare con Il frigorifero di Einstein: raccontare una storia che vede protagonista una branca della fisica complicata come la termodinamica. La missione che si pone Sen sembra impossibile se pensiamo che voglia spiegare il tutto in maniera totale e approfondita; l’autore però non punta a spiegarci il funzionamento dell’universo, ma a portarci verso una conoscenza non troppo specialistica e comunque consapevole dei concetti di termodinamica da lui esposti.
Il libro è formato da diciannove capitoli, e ognuno di essi parla di uno scienziato che ha dato il suo contributo alla termodinamica spiegando le sue scoperte, come ci è arrivato tra studi e intuizioni ma soprattutto cosa lo ha portato a indagare su quello specifico argomento. Ho davvero amato moltissimo durante la lettura il modo in cui l’autore ha ricreato una sorta di backstory per ogni studioso trasformandoli in veri e propri personaggi che agiscono ed escono talvolta dalle pagine con fisionomia e vita propria. Qui si vedono le doti da regista di Sen, la creazione della scenografia e dello sfondo delle storie dei suoi personaggi è sopraffina e anche se talvolta la spiegazione del fenomeno fisico di turno risulta complessa si riesce ugualmente ad apprezzare quello che viene costruito intorno.
La forza nella narrazione è proprio mostrare al lettore come funziona il mondo in cui i fisici vivono, i loro stimoli, le loro difficoltà e le loro incomprensioni con il mondo scientifico, non limitandosi a ciò che hanno scoperto, spesso per noi così complesso da capire. Ogni personaggio viene rappresentato con il suo carattere, le sue convinzioni e anche i suoi pregiudizi verso le teorie altrui. Il libro contribuisce a delineare ed arricchire quanto sappiamo della figura dello scienziato sia nel passato che nel presente; alcuni ostacoli, problematiche, riflessioni, ci sembrano anche oggi riscontrabili. Fa riflettere ad esempio il fatto che gli scienziati avessero difficoltà a parlare tra di loro, anche per le loro personalità stravaganti e a dare una comunicazione univoca, cosa che riscontriamo anche in questi anni di pandemia.
Questa è una lettura per un pubblico di lettori realmente interessato; nonostante il tentativo sia quello di approcciarsi a dei neofiti visto il continuo tentativo di semplificazione delle normali parole del vocabolario fisico e la messa in scena degli autori delle teorie e delle loro vicende, è comunque difficile da capire senza una preparazione di base. Gli argomenti iniziali sono tanto ostici quanto essenziali per comprendere il resto, con i principi fondamentali più complessi, mentre invece quelli finali sono più coinvolgenti visto che viene portata la termodinamica su una scala universale.
In conclusione è un ottimo libro per chi è interessato alla materia, fornisce nozioni interessanti che possono e devono tuttavia essere approfondite, perché come diceva Einstein “lo studio e, in generale, la ricerca della verità e della bellezza sono una sfera di attività nella quale ci è consentito rimanere bambini per tutta la vita”.

  

 Allegretti Matteo Itis " E. Mattei " ( Urbino, Marche )

Paul Sen: “Il frigorifero di Einstein”
“Termodinamica” quante volte abbiamo sentito parlare di questa teoria durante la nostra vita, ma ci siamo mai chiesti che cosa è? Da chi è stata scoperta? Come, quando e perché è nata? Le risposte a queste domande ce le fornisce Paul Sen, ingegnere, giornalista televisivo, attivo nella BBC, e vincitore del Royal Television Society Award e del Grierson Award for Best Science Documentary, nel suo libro: “Il Frigorifero di Einstein”, pubblicato nel maggio del 2021 dalla Bollati Boringhieri editrice, definendola: “disciplina che può e deve migliorare la condizione umana senza compromettere e distruggere il pianeta”. “La storia della scienza è la storia che conta” è la tesi che l’autore vuole avvalorare con la stesura del testo attraverso la narrazione della termodinamica in diciannove capitoli, dalle sue origini, in un Inghilterra d’inizio Ottocento in piena rivoluzione industriale, fino ai giorni nostri con l’informazione e i buchi neri, in ognuno dei quali si attraversa la vita dei più grandi scienziati che l’umanità abbia mai visto come Sadi Carnot, William Thompson, James Joule, Hermann von Helmholtz, Rudolf Clausius, James Clark Maxwell, Ludwig Boltzmann, Albert Einstein, Emmy Noether, Claude Shannon, Alan Turing, Jacob Bekenstein, Stephen Hawking, descrivendo non solo la loro carriera scientifica, ma anche dei retroscena privati, facendo immedesimare ancora di più il lettore. Nell’opera, in aggiunta ai principi fondamentali della termodinamica e alle biografie degli scienziati, sono presenti molti riferimenti alla vita reale, come
la nascita e lo sviluppo dei motori a vapore, dei frigoriferi, delle valvole termoioniche, dei transistor, che aiutano il lettore a comprendere più facilmente questa scienza. A conclusione dell’opera, prima delle note, Paul Sen ha inserito tre appendici nelle quali si approfondiscono i temi fondamentali di questa disciplina, in particolar modo il rendimento, con la macchina ideale di Carnot e lo studio di Rudolf Clausius sulla conversione del calore in lavoro e viceversa (prima e seconda appendice), e le leggi della termodinamica (terza appendice). L’autore, grazie al suo bagaglio culturale, è riuscito a spiegare, con un linguaggio comprensibile a chiunque, i principi della termodinamica, dai più “semplici” come la legge della conservazione dell’energia fino ai più complessi come l’entropia, rendendola accessibile a tutti, indipendentemente dalla propria preparazione. Pertanto, mi sento di consigliare questo libro a chiunque voglia accrescere la propria cultura scientifica e conoscere le leggi che stanno alla base del funzionamento del nostro universo senza ricorrere a complicate formule e funzioni matematiche. 

 

 Granuzzo Leonardo Liceo Scientifico,musicale E Coreutico G. Marconi ( Pesaro, Marche )

Vivere un’avventura ingenui e curiosi come bambini, seduti a gambe incrociate col naso in sù davanti al grande schermo della fisica in attesa dell’inizio del viaggio; questo é “Einstein’s fridge”, ovvero “Il frigorifero di Einstein”: un’avventura dallo stile fluido, quasi felpato attraverso il quale veniamo condotti come spettatori di un film, a percorrere, fotogramma per fotogramma, la storia della termodinamica.
Si, proprio come un film, perché il regista Paul Sen si riscopre scrittore e “monta” le parole per restituirci l’immagine di una branca della fisica che quasi come Cenerentola, qui diventa la protagonista del Gran Ballo.
Tanti gli attori coinvolti che, a discapito del titolo, non si possono definire “comparse”, ma protagonisti, a volte a sorpresa, della grande avventura della termodinamica: la scienza che determina la freccia del tempo, irreversibile fra tanti fenomeni reversibili.
Si prenda ad esempio Turing, che, assieme a Shannon, unì la termodinamica all’informazione, affermando che l’entropia che renderà omogenea la temperatura dell’universo è la stessa che farà perdere le informazioni in quel suono statico.
Oppure Einstein, che ricordiamo tutti per la famosa formula sulla relatività.
Chi avrebbe mai pensato che proprio lui si sarebbe occupato frigoriferi? Mosso dalla notizia della morte di un’intera famiglia di Berlino causata dal rilascio di gas tossico da parte di un frigo malfunzionante, si diede l’obiettivo di costruire frigoriferi più sicuri. Questi però, non riscossero un grande successo, ma i soldi ottenuti dalla loro vendita, permisero al suo ex-studente e collaboratore, Leo Szilard, di fuggire dalla Germania e aiutare altri a scappare dal pericolo nazista; i frigoriferi hanno quindi salvato vite anche se in maniera decisamente non prevedibile.
È curioso notare come il titolo del libro sia proprio “Il frigorifero di Einstein” e come lo stupore di questo viaggio inizi proprio dal suo titolo.
È qui infatti che si cela il vero scopo dell’autore: “the science of heat can and should improve the human condition without destroying the planet”, ovvero la termodinamica può e dovrebbe migliorare la condizione degli uomini senza distruggere il pianeta. Come Einstein costruì frigoriferi per migliorare la condizione dei suoi concittadini, noi dovremmo, attraverso la termodinamica, assumere decisioni sensibili e partecipare a dibattiti informati, che possano condurci a quelle risposte che ci permettano di agire per il bene del mondo.
L’orizzonte della narrazione si amplia grazie a spunti di riflessione su aspetti della società di allora, specchio dei nostri giorni. Si prenda ad esempio la teoria quantistica: all’epoca della sua formulazione, venne rifiutata da molti scienziati solo perché il principio di indeterminazione implicava che il mondo non avesse un ordine sottostante, ma un insieme di azioni con una determinata probabilità di verificarsi. La società, quindi, la rifiutò perché non allineata con le “verità” del tempo, quei dogmi con i quali spesso ci scontriamo anche oggi.
Regista e scrittore dalle spiccate capacità retoriche, coglie situazioni ed esalta dettagli, delineando, tra panoramiche e primi piani, il percorso di crescita della termodinamica fatta di paure, idee, creatività, in altre parole, di uomini.
Da ragazzo neofita della fisica, posso affermare che il libro è stato efficace nel veicolarmi concetti che pur se complessi sono entrati a far parte di me con grande leggerezza.

Copertina Il frigorifero di Einstein