"Nonostante tutto. La mia vita nella scienza" di Katalin Karikò

Recensioni del libro "Nonostante tutto. La mia vita nella scienza"

Ashraf Sonia Micol Liceo G. Leopardi ( Macerata, Marche )
Vi siete mai chiesti come parlereste della vostra vita se qualcuno ve lo chiedesse? Quali e quanti aspetti far emergere,e come? Ebbene,Katalin Karikò nella sua autobiografia “Nonostante tutto la mia vita nella scienza” decide di porsi questa sfida.Ancor prima di essere una biochimica degna di un premio Nobel in Medicina e Fisiologia,era figlia di un macellaio e viveva in una casa senza corrente elettrica,come ha ribadito più volte nel suo libro.Vuole farci sapere,infatti,che la sua vita non è stata un cammino lineare e sereno,piuttosto un sentiero scosceso e alle volte pieno di ostacoli:sto parlando di problemi di salute che l’hanno accompagnata per tutta la vita,degli impedimenti economici e politico-sociali dell'Ungheria comunista nella quale viveva e dell’essere poi un’immigrata nell’America degli anni ‘80 con un numero esiguo di contanti e tutte le sue speranze cucite nell’orsacchiotto di sua figlia.Ma lei,nonostante tutto,non ci descrive la sua vita come un susseguirsi di disgrazie,ma fa emergere tutta la gratitudine che l’ha sempre caratterizzata sin da quando era una bambina.Utilizzando un metodo narrativo tipico di una scienziata,ossia oggettivo,decide di mettere in evidenza episodi,negativi o positivi che siano,che l’hanno portata a ottenere i meriti che ha oggi.Sta infatti al lettore andare a fondo e cogliere le sfumature di ciò che lei può aver provato quando tutto e tutti sembravano andarle contro.Una riflessione che ci spinge a intraprendere è quella sulla nostra società estremamente dinamica,che tende a esaltare soltanto coloro che conseguono risultati concreti nel minor tempo possibile:non da meno è la scienza,colpevole di investire sulla “certezza”,ossia su metodologie abbastanza efficaci sulle quali molti esperti si concentrano,in modo da non sprecare risorse finanziarie.Per questa ragione l’instabilità dell’RNA non ha ottenuto particolari attenzioni,nemmeno quando cominciava a dare i primi frutti.Nonostante tutto,la nostra “kutató”, ovvero “ricercatrice”ha giocato il tutto per tutto e per anni è andata avanti nel suo lavoro,con tutte le incertezze del caso.Da questa sua perseveranza ci insegna,tra le varie e preziose lezioni morali donateci in questo libro,che coltivare è un atto di amore,e che lei ha deciso di farlo con sé stessa,nonostante tutto.Mi sento di dire che questo è uno dei migliori libri che abbia mai letto,principalmente perchè trasmette tutta la dedizione messa nella sua passione,di cui ha fatto il suo scopo nella vita:la ricerca.Katalin aveva un furore e una determinazione non eguagliabili con un semplice talento,e il riconoscimento datogli recentemente è il minimo per tutto ciò che lei ha dato all’umanità intera in un momento critico,ovvero quello della comparsa del Covid-19.Mi sento di dire,infine,che questa storia è la prova che tutti noi possiamo fare cose magnifiche,poiché tutti i "geni" di cui sentiamo parlare sono persone esattamente come noi che per anni e anni hanno lavorato spesso nell’ombra,tra cui la Karikò,di cui ancora non si parla abbastanza.Questo libro però,può essere mille altre cose,sta a voi scoprirlo.

Giardini Leo Liceo Statale Enrico Medi ( Senigallia, Marche )
L’autobiografia della scienziata Katalin Karikò, "Nonostante tutto. La mia vita nella scienza", risulta nel complesso un’opera interessante, sebbene a tratti poco incisiva. Se da un lato la storia della carriera dell'autrice appare infatti pregna di significati e metafore da cui scaturiscono innumerevoli spunti di riflessione, dall’altro è altresì vero che la scrittura della scienziata non sembra né troppo raffinata né particolarmente a fuoco come potrebbe essere quella di una scrittrice professionista. Di conseguenza a risentirne è proprio la lettura che risulta talvolta poco scorrevole: l’autrice dà come l'impressione di soffermarsi troppo su aneddoti a mio parere irrilevanti e poco interessanti, appesantendo quindi la lettura.
Il punto debole della storia riguarda proprio la ridondanza nella narrazione, quando ad esempio l’autrice parla di frustrazione e solitudine, le due leve che, a suo dire, l’hanno portata a spingersi sempre oltre: si tratta infatti di argomenti ormai noti, sviluppati in molteplici versioni. Nel descrivere tali sensazioni una volta raggiunto il successo si nasconde sempre il rischio di tralasciare alcune piccole vittorie che in realtà sono il vero motore propulsore, finendo con l’attribuire invece tutto il merito ai sentimenti negativi, poiché il tempo e il successo alleviano il dolore.
Occorre tuttavia sottolineare come quello appena citato sia uno dei pochi aspetti negativi riscontrati nel libro. Come già accennato in precedenza la biografia è infatti gradevole e in un certo senso intrigante negli avvenimenti narrati. Prendiamo allora in considerazione un aspetto positivo del libro, che non bisogna assolutamente dare per scontato: contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare da un'autobiografia, il testo non enfatizza affatto l’immagine e il vissuto dell’autrice, o quanto meno non sembra farlo, ma anzi si basa su una narrazione molto realista che si limita a raccontare le cose così come sono realmente accadute tanto da rendere, a mio parere, la storia ancora più sentita da un punto di vista emotivo. Il lettore in questo modo percepisce direttamente i sentimenti dell'autrice che, in tal senso, riesce perfettamente nel suo intento.
In conclusione mi sento di poter dire che "Nonostante tutto. La mia vita nella scienza" non è un libro che resterà impresso nella memoria dei lettori per anni, pur mantenendo una sua cifra caratteristica considerati gli argomenti trattati e il punto di vista adottato. Tra le righe emerge inoltre un chiaro messaggio di speranza e determinazione, nonché un palese incoraggiamento a non mollare mai anche quando tutto sembra ostacolarci.

Talamonti Leonardo Liceo Scientifico T. Calzecchi Onesti​​​​​​ ( Fermo, Marche )
Impegno, passione, determinazione, uniti ad un’inesauribile forza di volontà e fiducia nel proprio lavoro possono far raggiungere risultati straordinari, nonostante le avversità, gli innumerevoli ostacoli, le ingiustizie e le barriere. E’ questa la testimonianza dell’autobiografia di Katalin Karikó, biochimica ungherese, naturalizzata statunitense, professoressa universitaria e premio Nobel in fisiologia e medicina 2023. Grazie alla sua ricerca ed alla sua ostinazione nel perseguire un obiettivo in cui credeva fermamente sono stati sviluppati i vaccini mRNA contro il Covid, salvando milioni di vite.
La vita di Katalin Karikó non è stata semplice. Un’infanzia vissuta nella povertà nell’Ungheria comunista del dopoguerra, dove suo padre, un macellaio, era stato preso di mira dal regime. Katalin ha dovuto rinunciare a tante cose, ma non ha rinunciato allo studio, sfidando tutto e tutti per raggiungere il suo traguardo: diventare una scienziata.
Ultimati gli studi di biologia si trasferisce negli Stati Uniti grazie ad una borsa di studio per un dottorato, portando, cuciti nell’orsacchiotto della figlia, i risparmi di una vita. Qui, tra mille difficoltà prosegue i suoi studi sull’mRNA, con il sogno di rivoluzionare la medicina. Ma la sua è stata vista come una visione lontana e ambiziosa. Karikó ha dovuto lottare con il disinteresse della comunità scientifica, la mancanza di risorse e il dubbio costante sulla validità delle sue teorie. Tuttavia, la sua determinazione e la sua capacità di affrontare le avversità l’hanno portata a vincere tutte le sfide.
Karikó non si limita a raccontare le sue scoperte scientifiche, ma condivide anche momenti personali e le difficoltà di essere una donna in un ambiente accademico dominato dagli uomini.
La narrazione è chiara e coinvolgente. Lo stile è diretto e di facile comprensione.
Katalin è una persona semplice ed umile, il suo impegno costante non è mosso dal desiderio di gloria e di potere ma dalla sua infinita passione per la scienza e dal desiderio di migliorare la vita delle persone.
Un aspetto interessante del libro è la critica indiretta ad un sistema scientifico che, troppo spesso, mette in ombra chi lavora in silenzio, lontano dai riflettori, ma che con il suo impegno costante può portare cambiamenti fondamentali.
E’ un libro che tutti, in particolare i giovani, dovrebbero leggere, in quanto non solo racconta una carriera straordinaria, ma è un’importante fonte di ispirazione per chiunque, dotato di passione, coraggio e determinazione, creda che sia possibile fare la differenza… “nonostante tutto”!

Tega Maria Federica Iis Varano - Antinori ( Camerino, Marche )
“Ma le scuse le usi solo se non ti va di fare una cosa. Se la vuoi fare veramente, un modo lo trovi sempre.” (Katalin Karikò)
È strano pensare che con due frasi si possa racchiudere la descrizione di una persona, un insieme di parole dietro le quali si cela tutta la forza e la determinazione che Katalin ha dimostrato nell’arco della sua vita. Certe volte sembra così assurdo trovare in un libro le risposte che si stanno cercando nella propria vita e invece questa volta è stato il contrario. Soffermandosi unicamente sul genere, si potrebbe sbagliare pensando che si tratti unicamente di un libro di divulgazione scientifica. È molto altro e nel capirlo il titolo ci aiuta: “nonostante tutto”. Questo “tutto”, un tutto complicato e difficile, conseguenza anche della situazione politica del tempo, pieno di molti imprevisti, ma anche di altrettante soddisfazioni e di momenti di rivincita.
Quando si legge di scienziati diventati famosi grazie al loro lavoro, si pensa spesso, che sia stato “facile” applicare le proprie conoscenze in un laboratorio pieno di strumenti, stare seduti su una sedia e analizzare i dati. Solo a pensarlo sembrerebbe un gioco da ragazzi, un qualcosa che potrebbero fare tutti con un’adeguata preparazione, ma in realtà non è così semplice. Katalin K. nel testo paragona la scienza al “Cluedo”, l’unica differenza sono le possibilità di vincita, nel gioco limitate, nella scienza illimitate.
Nel suo libro Katalin Karikò, ci racconta di, come li definisce lei, tutti i suoi “ponti”, dai quali ha raccolto delle cose che ha portato con sé di capitolo in capitolo. Nell’attraversare questi ponti ha dovuto affrontare anche molteplici difficoltà specialmente in ambito lavorativo, che però non l’hanno fermata nella ricerca delle risposte alle sue domande sull’ mRNA. Leggere di tutta la sua forza e della sua ambizione è un mezzo che aiuta a crescere, dando vere e proprie lezioni di vita, dimostrandoci anche che dedicare la propria vita alla scienza non preclude la costruzione di una famiglia.
Parlando invece dell’ambito prettamente scientifico, ha trattato di argomenti complessi utilizzando un linguaggio di facile comprensione, soprattutto per chi, come noi studenti, è alle prime armi nello studio della Biologia. La presenza di un racconto autobiografico è in grado di catturare il lettore, facendolo appassionare pagina dopo pagina alle tematiche trattate, partendo dalla vita privata fino ad arrivare alle scoperte scientifiche.
Se dovessi dare un voto al libro sarebbe sicuramente 10/10. Penso sia un libro completo con una doppia funzione educativa e divulgativa, poiché con un linguaggio semplice e accattivante è riuscita a spiegare i passaggi della sua ricerca che l’hanno portata a vincere il premio Nobel nel 2023, ma allo stesso modo, lasciandoci entrare nella vita sua e della sua famiglia, ha trasmesso valori e insegnamenti veramente importanti, dei quali la sola lettura lascia un segno nella propria vita.

Verdenelli Letizia Corallo Liceo G. Leopardi ( Macerata, Marche )
Come si fa a vincere un premio Nobel in Fisiologia e Medicina? Bisogna essere un genio? Bisogna avere qualche super potere? Nulla di tutto questo, bisogna amare la scienza. Ce lo fa capire bene Katalin Karikó quando ci racconta la sua vita, quando ci accoglie nella sua casa a Kisújszállás, in Ungheria, quando ci fa assistere ai suoi esperimenti sull’mRNA. Con generosa convinzione che il sapere tutto, non solo quello scientifico vada divulgato ci svela sin dalle prime pagine il suo segreto: ‘Solo un’altra cosa’, che per chi si occupa di indagine scientifica vuol dire porsi una domanda alla volta, perché non esistono domande giuste o domande sbagliate nella ricerca di base, esistono la pazienza, l’accuratezza, le variabili da esaminare, gli esperimenti, le infinite strade da intraprendere che ti conducono a tante piccole scoperte scientifiche le quali prima o poi finiranno in un quadro più grande che neanche riesci a immaginare.
In mezzo a tutto questo il lavoro, la vita, le cose strane che accadono intorno a Katalin, ma lei non ha tempo per le distrazioni, lei è una cercatrice, lo sa da quando è bambina, è stato il suo papà a dirglielo e per tutta la vita Katalin cerca, cerca risposte, cerca posti di lavoro, cerca casa, cerca colleghi, cerca finanziamenti. Affronta quello che le accade con grande forza e determinazione, anche quando ce lo narra nel libro, non usa mai toni forti contro le persone che si sono
contrapposte tra lei e la ricerca, anzi si pone domande, sempre domande, alcune delle quali fanno male al cuore come quando il suo boss americano la mette di fronte ad una scelta terribile: lavorare con lui o tornare in Ungheria, come quando la snobbano, la escludono, le consigliano di non parlare ungherese con il suo collega ungherese, le negano i riconoscimenti. Sullo sfondo la storia del secolo scorso, la difficile situazione politica ungherese che la costringe a partire per gli
Stati Uniti, ma anche e soprattutto la sua famiglia. Katalin ci lascia viaggiare insieme a lei, ci ospita a casa sua, ci parla così concretamente di sua madre, di suo padre, di sua sorella, di suo marito e di sua figlia che potremmo anche
riconoscerli se li incontrassimo. Descrive l’atmosfera degli anni di ricerca in Ungheria come un posto in cui tutto poteva succedere, in cui gli studenti erano solidali tra loro e l’unica cosa che si poteva fare era imparare, carpire verità scientifiche anche dalle grandi vetrate dell’edificio. Quando va in America è piena di speranze e senza un soldo, ma capisce in fretta che ciò che sentiva nelle canzoni non è vero per tutti, che anche se fa caldo, davvero caldo, tu non puoi fare un
tuffo in piscina se non hai pagato l’abbonamento al country club, capisce che se nell’Istituto dove lavori cambiano le dirigenze, il tuo contratto non lo rinnovano e non tengono conto del tuo lavoro. Ma Katalin lavora e questo la salva, questo ci salva. Questo libro non è per tutti, questo libro è per coloro che credono nel proprio lavoro, per chi non si arrende, per le giovani donne che vanno avanti per la loro strada perché hanno qualcosa di grande da fare.
Hai qualcosa di grande da fare tu?

Xhindi Alberto Itis E. Mattei ( Urbino, Marche )
Quando ho iniziato a leggere Nonostante tutto, la mia vita nella scienza di Katalin Kariko, non avrei mai immaginato quanto questa storia mi avrebbe toccato. Pensavo di trovarmi di fronte a un'autobiografia scientifica, un resoconto di successi e scoperte. Invece, ho scoperto un racconto umano e ispirante, capace di parlare non solo ai futuri scienziati, ma a chiunque stia lottando per realizzare i propri sogni. É una storia di resilienza e determinazione, che mostra come le grandi scoperte spesso nascano da anni di sacrifici e sconfitte. Il libro narra il percorso di Kariko, una scienziata ungherese, cresciuta in una famiglia semplice ma con grandi sogni. La sua infanzia è caratterizzata da una profonda curiosità per la natura e da una passione per la scienza, alimentata da un insaziabile desiderio di apprendere che l'ha sempre accompagnata. Questo contesto, sebbene distante dai principali centri accademici, ha posto le fondamenta per una carriera che avrebbe cambiato il volto della medicina moderna. Uno degli aspetti più toccanti del libro è il modo in cui Kariko descrive le difficoltà che ha affrontato nel suo percorso. Trasferirsi negli Stati Uniti per inseguire i propri sogni significava lasciare tutto: la famiglia, la cultura e la sicurezza. Ma il vero ostacolo non è stato solo il cambiamento, bensi il costante scetticismo che ha trovato nel mondo accademico. Per anni, le sue ricerche sull’mRNA sono state viste come marginali, troppo ambiziose o addirittura inutili. Eppure, non ha mai smesso di credere nelle sue idee. Quello che rende questo libro davvero speciale è il messaggio universale che comunica: non importa quante volte si cada, ciò che conta è rialzarsi e continuare.. È stato toccante leggere di come, nonostante le sfide economiche e la mancanza di riconoscimenti, sia rimasta fedele al suo lavoro, guidata dalla convinzione che l'mRNA potesse davvero fare la differenza.Il momento più emozionante del libro e senza dubbio quando il lavoro di una vita riceve finalmente il riconoscimento che merita. Dopo anni di sacrifici, la tecnologia dell'mRNA sviluppata da Karikó è diventata fondamentale per i vaccini contro il Covid-19, contribuendo a salvare milioni di vite. Tuttavia, la scienziata condivide questo traguardo con grande umiltà, riconoscendo anche il contributo dei colleghi e l'importanza del lavoro di squadra che ha reso possibile questa straordinaria rivoluzione. Un altro punto di forza del libro è la sua capacità di rendere comprensibili concetti scientifici complessi. Anche chi, come me. non ha una formazione specifica in scienza riesce a capire il funzionamento dell'mRNA e il suo potenziale rivoluzionario. Kariko scrive in modo chiaro e semplice, illustrando non solo i risultati finali, ma anche i passaggi intermedi, le intuizioni e i momenti di incertezza che hanno segnato il suo percorso. Questo rende il libro non solo informativo, ma anche profondamente coinvolgente. Kariko ci ricorda che dietro ogni innovazione ci sono uomini e donne che hanno creduto in qualcosa, anche quando nessun altro lo faceva. Consiglio questo libro a tutti, non solo a chi ama la scienza, ma a chiunque abbia un sogno e si trovi ad affrontare ostacoli lungo il proprio cammino. La storia di Kariko dimostra che, anche quando le avversità sembrano insormontabili, la determinazione e la fiducia in se stessi possono davvero fare la differenza. E un messaggio che, oggi più che mai, è fondamentale ascoltare. Nonostante tutto...

Libro Kariko