Il Visconte cibernetico

Cosa c’entra Calvino con la tecnologia? Presto detto: "Il Visconte Cibernetico" di Prencipe e Sideri lo illustra in maniera fluente, riuscendo a far apprezzare la  combinazione dell'eredità intellettuale di Italo Calvino con le sfide dell'era digitale. Fin dalle prime pagine siamo invitati a riflettere sulla natura della tecnologia moderna, con una particolare attenzione  all'intelligenza artificiale  e a confrontare questi temi con l'idea di narrazione calviniana, che da sempre affronta i grandi opposti e le contraddizioni della realtà.

Gli autori riprendono il "Metodo Calvino", quel gioco intellettuale tra pienezza e vuoto, leggerezza e gravità, precisione e inesattezza, e lo applicano ai dilemmi odierni, come l'impatto della tecnologia sulla conoscenza e sulla creatività umana. Il libro, quindi, ci obbliga a riflettere sul nostro quotidiano, dove gli  opposti si presentano costantemente: la connessione e l'isolamento, il progresso e le disuguaglianze.

Ma non basta: centrale è l’intuizione di Calvino su quello che oggi chiameremmo il "mondo liquido", per ricollegarci alla fluidità del pensiero di Zygmunt Bauman, che già aveva anticipato con la sua riflessione sulla realtà e sull'immaginazione. "Cibernetica e fantasmi", il celebre saggio sul rapporto tra cervelli elettronici e narrazione, viene richiamato con forza dagli autori per analizzare come la nostra epoca tecnologica abbia trasformato le modalità di produzione delle storie e delle immagini.

"Il Visconte Cibernetico", mentre cerchiamo di districarci tra fake news e allucinazioni, ci aiuta a ricercare e ritrovare le domande giuste per renderci capaci di costruirci  una conoscenza autentica. Gli autori ci dicono chiaramente che  non è solo questione di porre domande, ma di saperle comprendere e soprattutto interpretare le risposte: solo con questo “allenamento” quotidiano, potremmo riuscire a  non essere sopraffatti dalla tecnologia, bensì addirittura di guidarla. Come? Con i tre “pilastri” del metodo Calvino: il cannocchiale come simbolo dell'innovazione, l'errore come parte integrante del processo di apprendimento e le emozioni, quel nucleo essenziale che rimane anche quando la conoscenza si disgrega. Del resto, l’eredità di Calvino è questa: il sottile equilibrio tra razionalità e sentimento, tra l'algido mondo delle macchine e la complessità emotiva dell'uomo.

Interessante è anche il  parallelo che tracciano gli autori  tra il visconte dimezzato di Calvino, spezzato tra una metà buona e una malvagia e il mondo moderno diviso tra Amazzonia e Singapore: da un lato la natura incontaminata e il panteismo, dall'altro la supremazia tecnologica e il controllo totale. Ed è qui la sfida lanciata alla società: come il visconte riesce a riconciliarsi, anche la società deve cercare un'armonia tra progresso tecnologico e valori umani, tra naturale e artificiale. E’ fondamentale scoprire come  affrontare la sfida tecnologica senza perdere la nostra umanità, trovando sempre nuove soluzioni, anche quando sembra non ci siano.

Voto: 

 

Recensione del libro a cura del Prof. Claudio Pettinari.