Amicuzi Riccardo Istituto Di Istruzione Superiore Leonardo Da Vinci ( Civitanova Marche, Marche )
“Omnis determinatio negatio est” sosteneva Hegel riprendendo la proposizione spinoziana, quasi a volerci ricordare la transitorietà delle nostre certezze intellettuali: qualsiasi fiera determinazione cela, in realtà la potenza di una contraddizione.
In questo senso, esterrefatti erano i tolemaici quando, trovandosi nel 1543 tra le mani un libro di Copernico, appena defunto, vi leggevano una bizzarra follia: “In medio vero omnium residet Sol…”; allo stesso modo, qualche secolo dopo, gli empiristi e i razionalisti non potevano che accogliere con stupefatto sospetto il proposito di un docente di Königsberg, Immanuel Kant, di porre un nuovo sole, l’uomo, al centro del sistema orbitale del processo conoscitivo.
Di conseguenza, leggendo le pagine di Antonella Viola in "Il sesso è (quasi) tutto", molti avranno arricciato il naso: anche lei, del resto, propone una nuova… rivoluzione copernicana.
L’autrice, ordinaria di Patologia generale all’Università di Padova, con il suo lessico selezionato e chiaro, per mezzo di una scelta di immagini sagaci e icastiche, ci guida attraverso un percorso dalla pregnante attualità, il cui obiettivo di fondo è quello di far comprendere al lettore tutta la complessità di cui il reale è espressione.
Partendo dalla consapevolezza (genetica) del fatto che, in quanto frutto di una lunghissima “storia di errori”, siamo tutti unici e irripetibili (“ognuno sta solo sul cuor della terra”, ci ricorda la professoressa Viola citando Quasimodo), l’autrice sottolinea come ad essere “contro natura” non sia la “variazione alla regola”, ma la pretesa umana di incasellare la molteplicità dei fenomeni in forzature culturali pre-determinate. La scelta dei nostri partner avviene, quindi, sempre in virtù della natura “biologicamente determinata” e non contro di essa. L’autrice conquista il lettore con una notevole serie di dati e casistiche in cui le limitazioni di una realtà “binaria” hanno avuto effetti incisivi nei contesti più disparati: il problema, di conseguenza, risiede proprio nel modo con cui noi ci approcciamo alla realtà. La scienza stessa si trova di fronte alla necessità di un “nuovo linguaggio” che stravolga le limitazioni deterministiche con cui spesso si affrontano i problemi e le loro soluzioni; fortemente rappresentativo è, quindi, il titolo che la scienziata sceglie per uno dei suoi capitoli: “Il cervello non ha sesso”. Una simile posizione ci invita a comprendere come, per capire davvero “tutta questa complessità immaginifica e struggente che ci viene incontro”, non basti più adottare un solo punto di vista, ma serva rivoluzionare l’approccio nei confronti della realtà. Occorre gettare le basi di una scienza nuova, aperta, capace di “agire secondo natura” e di “curare con precisione”, come leggiamo nell’intenso “Manifesto” posto nell’explicit dell’opera.
Così, la scrittrice ci consente di viaggiare in una “determinatio” apparentemente innegabile, ma capace di incontrarsi e abbracciare la sua inevitabile “negatio”. In ultima istanza, il saggio ci invita a riflettere sull’apertura mentale con cui osserviamo la complessità del reale: come ci ricorda Calvino ne "Il barone rampante", “Se alzi un muro, pensa a cosa lasci fuori”.
La nuova rivoluzione copernicana è, quindi, un problema inerente al punto di vista con cui fare esperienza di noi e del mondo; il passo di inizio verso la scienza del futuro parte dalla domanda da cui tutto si è originato, ma alla quale non sappiamo ancora rispondere: chi siamo?

Cerasa Jacopo Liceo Galilei Ancona ( Ancona, Marche )
L’introduzione di un nuovo modello planetario, quello eliocentrico, che si sostituì al precedente geocentrismo supportato dalle autorità operanti nel tempo in cui Copernico studiò, ha portato ad uno stravolgimento di equilibri dato dallo spodestamento di principi che, fino a quel giorno, erano stati ritenuti ovvi e inamovibili. E se è vero che la storia è maestra di vita, allora spetta a noi il compito di farci trovare pronti qualora una nuova rivoluzione nel mondo della scienza dovesse verificarsi. È questo il concetto con il quale Antonella Viola ha scelto di aprire il suo libro, concetto che sarà riproposto durante tutta la lettura: l’autrice sente la necessità di una revisione nei concetti fondanti della nostra cultura (quali il sesso, il genere o l’orientamento sessuale) che da troppo tempo continua ad ignorare aspetti essenziali per una pacifica convivenza umana. L’errata impostazione con cui ci affacciamo al mondo e alle sue peculiarità è insieme figlia e schiava di stigmi e pregiudizi che, oltre ad impedirci di progredire nei campi del sapere, causano disagi nella vita di tutti i giorni: l’autrice spiega come, nonostante uomo e donna siano biologicamente diversi (comunque degni dello stesso rispetto) la società tenda ad ignorarlo; ne risultano problematiche in campo medico, dove una mancata partecipazione di pazienti femminili alle fasi di sperimentazione dei farmaci porta le donne a subirne maggiormente gli effetti collaterali. Gli stereotipi sessisti descritti dall’autrice sono tanto radicati nell’uomo che perfino le intelligenze artificiali li hanno imparati; la denuncia che ad un primo impatto potrebbe sembrare superba ed esagerata diventa comprensibile e condivisibile grazie alla precisione analitica con cui i temi sono affrontati. Al fine di garantire una comprensione accessibile a tutti, l’autrice fa riferimento a nozioni scientifiche relativamente approfondite: la sua forza risiede nell’abilità di saper trasformare un concetto in partenza complesso in qualcosa che tutti possano capire; è così che il DNA diviene l’unione di “centinaia di migliaia di fogli che, rilegati, riempirebbero un’intera parete di una grande libreria”. Grazie a ciò, la profondità dell’argomento viene esplorata tramite lo strumento della semplificazione, che riesce a schematizzare senza minimizzare la portata della materia trattata. La convinzione dell’autrice nella causa per la quale scrive, che finisce per travolgere il lettore con l’avanzare dell’opera, si percepisce in ogni pagina del libro: la necessità di un cambiamento, supportata in maniera scientifica ed esaustiva, è il vero tema centrale del testo. Il fatto che tale cambiamento sia richiesto in svariati ambiti (si citano il riscaldamento globale, la discriminazione delle diversità e l’inadeguatezza delle figure “competenti”) ha permesso ad Antonella Viola di abbracciare diversi temi pur mantenendo un saldo filo conduttore. Nel complesso si ottiene una lettura piacevole, approfondita al punto giusto ed in grado di rispondere ad eventuali interrogativi generati dalla curiosità del pubblico: il linguaggio semplice ed efficace costituisce un ulteriore motivo di elogio; la conoscenza della materia trattata si percepisce e contribuisce a conferire autorevolezza alle affermazioni, elemento senza le quali sarebbero potute risultare infondate. Ne risulta un libro interessante, attuale e fondamentale per comprendere a pieno i problemi della società in cui viviamo, oltre che i modi per risolverli.
D' Adamo Giorgia Polo Scolastico 2 " Torelli " ( Fano, Marche )
"Il mondo non è sempre come ci appare.". Antonella Viola, esperta biologa e divulgatrice scientifica apre così "Il sesso è (quasi) tutto", saggio in cui ci si addentra nei meandri della medicina di genere esponendo la necessità di una rivoluzione nell'ambito dello studio dei due sessi. Certamente “Maschio e femmina sono distinti secondo forma e sostanza, potenza e atto, attitudini e ruoli”, tuttavia continuiamo ad ignorare le somiglianze che li accomunano, le effettive differenze o tutte quelle sfumature intermedie che non possono essere categorizzate, come nel caso delle persone intersessuali. Nell’introduzione evidenzia l’urgenza di allontanarsi da quelle stereotipate differenze che abbiamo dogmatizzato e iniziare ad addentrarci in uno studio approfondito del corpo umano. L'autrice infatti denuncia il divario conoscitivo tra il corpo femminile e quello maschile, dovuto ad una medicina tradizionale che per secoli è stata "dei maschi bianchi per i maschi bianchi" limitandosi a analizzare e curare esclusivamente un 50% della popolazione. Si mostra perciò essenziale un progresso che parta proprio dalla scienza poiché essa “cambia la concezione che gli esseri umani hanno del mondo e di sé". Il libro, di fatti, si sviluppa in due parti, la prima incentrata sulla scienza e medicina del sesso, la seconda su scienza e medicina di genere, il tutto preceduto da una basilare alfabetizzazione del lettore per quanto riguarda le nozioni primarie di genetica e biologia talvolta con esempi pratici, riferimenti alla vita quotidiana che rendono i concetti più accessibili. Antonella Viola è capace di coniugare precisione scientifica e accessibilità divulgativa: impiega uno stile discorsivo ma conciso che procede gradualmente a sviscerare l'argomento permettendo al lettore di seguire facilmente il ragionamento; alterna poi il rigore scientifico alla chiarezza espositiva, in cui usa un linguaggio scorrevole e comprensibile, evitando tecnicismi, per rendere i concetti fruibili anche a chi non ha una formazione specifica. Il suo approccio razionale basato su solide argomentazioni le permette di smontare facilmente stereotipi e convinzioni errate mantenendo un tono pacato, incisivo e mai polemico. La narrazione accompagna quindi il lettore in una riflessione che non si limita all'analisi biologica ma che mette in luce la questione delle discriminazione di genere dovuta alle lacune di un sapere medico ancora troppo sbilanciato sul modello maschile. Ho apprezzato l’attenzione nel riportare anche nella sua scrittura il rifiuto per il sistema tradizionale di predominanza maschile della società androcentrica, che ho riscontrato ad esempio nell’utilizzo di "essere umano” piuttosto che “uomo”, o nel dire “le donne e gli uomini” invece di “gli uomini e le donne” che possono apparire come sottigliezze irrilevanti ma che in realtà fanno una notevole differenza. Lo scritto è nel complesso molto interessante, illumina aspetti spesso trascurati, invita ad una riflessione approfondita e arricchisce culturalmente con stimolanti aneddoti scientifici.
Fracassini Aurora Liceo Scientifico Vito Volterra ( Fabriano, Marche )
Il messaggio del libro è valorizzare l’importanza della medicina di genere; una medicina personalizzata, che considera le differenze fisiologiche tra corpo maschile e femminile, una scienza che è attenta al modo più giusto di curare la salute dei due sessi. Se da un lato abbiamo bisogno di una medicina “partecipativa” fino ad ora sottovalutata, dall’altro lato la nostra società necessita di una cultura che non esasperi le differenze di genere creando dogmi o pregiudizi che influiscono negativamente sulla salute. “La bellezza del cosmo è l’unità nella varietà ma anche la varietà nell’unità”. Le differenze sono importanti e ce ne accorgiamo fin da subito nella riproduzione e nel concetto di identità sessuale. La determinazione dei caratteri sessuali maschili e femminili, così come l’orientamento sessuale sono il risultato dell’azione, controllata nello spazio e nel tempo, di proteine ed ormoni. Questo processo biologico molto complesso può causare differenze o alterazioni genetiche e ormonali; nella nostra visione del mondo binario, separato in due sessi, non c’è spazio per l’ambiguità e questo ci ha portato a fare delle forzature per incasellare l’individuo in maschio o femmina. Interventi medici per cercare di allineare la sessualità nella nostra versione binaria causano dolore e traumi che condizionano il benessere fisico e psichico dell’individuo. L’identità di genere non deve diventare una gabbia per chi non cade perfettamente nelle comuni categorie di maschio e femmina o per chi ha un orientamento sessuale discordante dalla maggioranza. Queste variazioni in tema di identità esistono in biologia e vanno accettate: a livello sociale e normativo con leggi in grado di sancire la libertà di agire secondo natura, da un punto di vista scientifico includendo nella ricerca le analisi di sesso e di genere. La medicina definita personalizzata e partecipativa si occupa di studiare le differenze esistenti tra uomini e donne nella manifestazione delle malattie e nel differente approccio terapeutico per curarle. In questo contesto non conta il modo in cui ci sentiamo ma quello che siamo da un punto di vista fisiologico. Molte malattie si manifestano con incidenza e sintomi diversi tra i due sessi; a lungo queste differenze biologiche e fisiologiche sono state ignorate e questo ha causato ritardi non solo nella comprensione della malattia ma anche nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura. Se non si effettuano studi di genere specifichi, se utilizziamo gli stessi farmaci per donne e uomini senza tenere conto delle differenze biologiche, siamo lontani dalla medicina personalizzata, e soprattutto curiamo le persone nel modo sbagliato. La biologia ci manda un messaggio chiaro: non ci sono regole ferree, categorie nette e programmi immutabili. Serve una innovazione della intelligenza, intesa come capacità di interpretare il mondo che si evolve. Intelligenza significa non restare fermi nei propri giudizi o pregiudizi ma accogliere l’inatteso e saper rispondere saggiamente. Intelligenza è flessibilità, cioè capacità di mettere a punto nuove soluzioni di fronte a un mondo fatto di problemi ma anche di incredibili possibilità. Accogliere le sfumature e le differenze, aprire la mente per andare oltre gli schemi imposti da una cultura fatta di stereotipi è la grande rivoluzione che dobbiamo compiere.
Viva Paola Iis Orsini Licini ( Ascoli Piceno, Marche )
Sovversivo, lungimirante e rivoluzionario. “Il sesso è (quasi) tutto” di Antonella Viola è un piccolo saggio che tutti dovremmo avere sul comodino. Scienziata, divulgatrice e professoressa ordinaria presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Padova, Antonella Viola, non si limita, in quest’opera, a esplorare il tema della sessualità da un punto di vista meramente tecnico e scientifico, ma lo indaga anche e soprattutto da un punto di vista socioculturale, poiché intrinsecamente legato (secondo l’autrice) alla cultura, alla psiche e alle dinamiche sociali. Non solo ci regala un’accurata indagine critica, razionale e libera dai pregiudizi, ma ci predispone degli elementi necessari per il cambiamento di cui necessitiamo. “Accogliere le sfumature, accettare di non classificare, aprire la nostra mente per andare oltre lo schema culturale che ci è stato imposto è la rivoluzione che oggi possiamo compiere”: questa è la prefazione dalla quale la nostra autrice parte. Numerose sono le citazioni e i richiami alla letteratura, alla filmografia e alla cultura popolare, che contribuiscono a renderci partecipi di un viaggio che affronta un tema estremamente delicato e (purtroppo, o per fortuna, molto) discusso, ma non scadendo mai nella trappola della noia o della banalità. Uno dei miei capitoli preferiti, legato proprio all’orientamento sessuale, inizia con una citazione che mi è rimasta particolarmente impressa e ritengo riassuma molto bene il motivo che penso abbia spinto Antonella Viola a scrivere questo piccolo capolavoro: “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel possedere altri occhi, vedere l’universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è.” (Marcel Proust) La vera insurrezione di quest’opera è nella sua trasversalità, nella scoperta di un mondo al di là di ciò che pensiamo di conoscere e della stessa medicina a cui ci siamo affidati per anni (“dei maschi bianchi per i maschi bianchi”). Antonella Viola ci insegna a vedere attraverso, arrivare in fondo, in seguito sovvertire tutto e ricominciare da zero e lo fa con una semplicità e un’eleganza disarmante. Una rivoluzione che parta dalla scienza, dalle nostre abitudini e dalle parole che utilizziamo è urgente e necessaria. E “Il sesso è (quasi) tutto” è il Manifesto di cui avevamo bisogno per iniziarla.
